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Visite guidate alla mostra “L’altra galleria”

 

La Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, completa il suo programma di celebrazioni per i suoi primi cento anni di vita, con una mostra, in programma dal 22 settembre 2018 al 6 gennaio 2019 che porta alla luce il suo enorme patrimonio, solitamente ricoverato nei depositi per ragioni conservative o di spazio.

L’altra galleria, un’esposizione che offre al visitatore una raffinata selezione di tavole saltuariamente presentate al pubblico, e in alcuni casi addirittura esposte per la prima volta, di autori appartenenti all’epoca d’oro della scuola umbra, tra il Duecento e la metà del Cinquecento, quali il Maestro dei dossali di Subiaco, Meo da Siena, Allegretto Nuzi, Rossello di Jacopo Franchi, Giovanni Boccati, Benedetto Bonfigli, Benvenuto di Giovanni, Bartolomeo Caporali, Pietro Vannucci detto il Perugino, Eusebio da San Giorgio, Berto di Giovanni, Domenico Alfani, Dono Doni.

La scelta delle opere, effettuata a seconda del loro grado di conservazione e d’importanza, è stata realizzata da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, coadiuvato da una équipe di studiosi.

Secondo Marco Pierini “I depositi di un museo sono luoghi che nell’immaginario collettivo prendono spesso la forma di polverosi magazzini pieni di opere meravigliose, più o meno colpevolmente sottratte alla vista del pubblico. Ma la realtà è un po’ diversa. Non soltanto la polvere è assente nei depositi – o almeno dovrebbe esserlo! – ma le opere che vi si conservano hanno ruoli e funzioni differenti nella dinamica del museo. Alcune, come le riserve delle squadre di calcio, siedono in panchina, pronte a entrare in campo in sostituzione di altre temporaneamente in prestito o in restauro, altre ancora aspettano la visita di studiosi e conoscitori che possano studiarle e meglio valorizzarle, altre infine – pur pregevoli, talvolta bellissime – portano su di sé troppe offese del tempo perché possano essere esposte al pubblico e debbono accontentarsi di qualche amicale visita degli addetti ai lavori, pronti a intenerirsi gozzanianamente di fronte alla sfiorita bellezza che fu. Con l’eccezione di quest’ultime abbiamo selezionato per L’altra Galleria un centinaio di tavole, tele e sculture sorprendenti, tutte degne di figurare onorabilmente assieme alle compagne che compongono il percorso espositivo del nostro museo”.

Nel corso dello svolgimento della mostra, Atlante Servizi Culturali si occupa della realizzazione di visite guidate e attività didattiche.

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Il progetto VIBE va in Irlanda

La mostra “Josef and Anni Albers. Voyage inside a blind experience”, dopo la prima tappa al Santa Maria della Scala di Siena, approda in Irlanda, presso gli spazi di The Glucksman, Univercity College Cork.

Dal 27 luglio al 4 novembre il museo universitario ospita le opere degli Albers insieme a riproduzioni tattili, stimoli multisensoriali e speciali tecnologie sviluppate all’interno del progetto europeo VIBE, che ha come principale obiettivo lo studio e la formulazione di un modello riproducibile di mostra temporanea parimenti fruibile sia da parte del pubblico normovedente che da visitatori con disabilità visiva.

The Glucksman, insieme all’Istituto dei Ciechi di Milano e al Museo di Arte Contemporanea di Zagabria, è uno dei partner europei del progetto, di cui Atlante è coordinatore e capofila.

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Guido Harari. Wall of sound a Perugia

La Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia torna ad aprire le proprie sale alla musica, attraverso la collaborazione con Umbria Jazz.

La prima iniziativa, in programma dal 29 giugno al 26 agosto 2018, è la mostra di Guido Harari, uno dei massimi fotografi contemporanei di musica, autore di celebri ritratti e notissime copertine di dischi di artisti che spaziano dal rock, al jazz, alla musica classica.

L’esposizione, dal titolo Wall of Sound, curata da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, organizzata in collaborazione con Solares Fondazione delle Arti di Parma, Umbria Jazz e il Trasimeno Music Festival, presenta, attraverso oltre 100 fotografie, un’ampia panoramica del lavoro di un autore che, in più di quarant’anni di attività, ha immortalato autori del calibro di Fabrizio De André, di cui è stato uno dei fotografi personali, Lou Reed, Giorgio Gaber, Bob Dylan, Vinicio Capossela, Kate Bush, Vasco Rossi, Peter Gabriel, Enzo Jannacci, Riccardo Muti,  Miles Davis e tanti altri.

Come scrive il curatore “Guido Harari possiede il raro talento di cogliere la personalità dei musicisti sia nel corso della performance sul palco sia nello svolgersi delle sedute – questa volta intime ed esclusive – durante le quali prendono forma i ritratti. Nell’uno e nell’altro caso il risultato è un’immagine iconica, che si deposita subito nell’immaginario collettivo e perde persino la propria connotazione cronologica. Accade con la Fender Telecaster alzata verso il cielo da Springsteen o con le contorsioni di Iggy Pop, così come con il ritratto ‘assai compreso di sé’ di Philip Glass o quello ironico di Ennio Morricone. Diviene difficile, se si conoscono queste immagini, non richiamarle automaticamente alla mente per prime ogni qual volta si senta o si pronunci il nome dei musicisti che le animano”.

Il catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale, contiene testi di Guido Harari e di Marco Pierini.

Per la mostra Atlante Servizi Culturali si occupa dello svolgimento delle visite guidate.

Guido Harari. Note biografiche

Ispirato dai grandi fotografi di rock e jazz degli anni Cinquanta e Sessanta, Guido Harari si è affermato nei primi Settanta come fotografo e giornalista musicale. Nel tempo ha esplorato e approfondito anche il reportage, il ritratto istituzionale, la pubblicità, la moda e il graphic design dei propri libri.

Numerose le copertine di dischi firmate per artisti internazionali come Kate Bush, David Crosby, Bob Dylan, B.B. King, Ute Lemper, Paul McCartney, Michael Nyman, Lou Reed, Simple Minds e Frank Zappa, oltre ai lavori per Dire Straits, Duran Duran, Peter Gabriel, Pat Metheny, Santana e altri ancora. In Italia ha collaborato soprattutto con Claudio Baglioni, Andrea Bocelli, Angelo Branduardi, Vinicio Capossela, Paolo Conte, Pino Daniele, Fabrizio De André, Eugenio Finardi, Mia Martini, Gianna Nannini, PFM, Vasco Rossi, Zucchero e la Filarmonica della Scala.

È stato anche tra i curatori della grande mostra multimediale su Fabrizio De André, prodotta da Palazzo Ducale a Genova, e della mostra Art Kane. Visionary per la Galleria civica di Modena.

Ha realizzato diverse mostre personali tra cui la recente Wall Of Sound al Rockheim Museum, in Norvegia. Tra i suoi libri illustrati Fabrizio De André. E poi, il futuro (2001), Strange Angels (2003), The Beat Goes On (con Fernanda Pivano, 2004), Vasco! (2006), Fabrizio De André. Una goccia di splendore (2007), Fabrizio De André & PFM. Evaporati in una nuvola rock (con Franz Di Cioccio, 2008), Mia Martini. L’ultima occasione per vivere(con Menico Caroli, 2009), Gaber. L’illogica utopia (2010), Vinicio Capossela (2013), Tom Waits (2013), Pier Paolo Pasolini. Bestemmia (2015), The Kate Inside (2016).

Nel 2011 ha aperto ad Alba, dove risiede da anni, una galleria fotografica (Wall Of Sound Gallery) e una casa editrice di cataloghi e volumi in tiratura limitata (Wall Of Sound Editions), interamente dedicate all’immaginario della musica.

GUIDO HARARI. Wall of Sound

Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria (corso Pietro Vannucci, 19)

29 giugno–26 agosto 2018

Informazioni: Tel. 075.58668415; gan-umb@beniculturali.it

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Michelangelo Pistoletto. Il Tempo del giudizio a Pisa

MICHELANGELO PISTOLETTO
IL TEMPO DEL GIUDIZIO
a cura di Ludovico Pratesi
Pisa, Chiesa di Santa Maria della Spina e Palazzo Gambacorti, Sala delle Baleari
27 maggio / 31 agosto 2018 – prorogata al 2 settembre
La Chiesa di Santa Maria della Spina di Pisa ospita la mostra di Michelangelo Pistoletto Il Tempo del Giudizio. Curata da Ludovico Pratesi, avrà eccezionalmente un’appendice nella monumentale Sala delle Baleari di Palazzo Gambacorti, sede del Comune di Pisa.
Promossa dal Comune di Pisa in collaborazione con l’Università degli Studi di Pisa e l’Associazione SpazioTempo di Michela Rizzo, con il supporto di Galleria Continua e di Atlante Servizi Culturali, l’esposizione è la quinta di una serie di interventi site specific di artisti nazionali e internazionali realizzati all’interno della chiesa affacciata sui Lungarni pisani.
Nella Chiesa della Spina, Pistoletto ha realizzato un’opera per Pisa, con il coinvolgimento diretto della città: un’installazione composta da circa 50 sedie, prestate dai cittadini, che rappresentano la forma simbolica del Terzo Paradiso. Il simbolo del Terzo Paradiso, riconfigurazione del segno matematico dell’infinito, è composto da tre cerchi consecutivi. I due cerchi esterni rappresentano tutte le diversità e le antinomie, tra cui natura e artificio. Quello centrale è la compenetrazione fra i cerchi opposti e rappresenta il grembo generativo della nuova umanità, punto di partenza di un’epoca nuova, dove ognuno si assume la responsabilità di lavorare per raggiungere un livello di civiltà planetaria dove la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica restituiscono nuova vita al pianeta Terra. Il Terzo Paradiso è il grande mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità nella
visione globale.
Per la prima volta nella storia delle iniziative culturali che si sono svolte a Pisa, si apre all’arte contemporanea la Sala delle Baleari, simbolo della vita politica cittadina, che ha ospitato il consiglio Comunale dal dopoguerra fino a pochi anni fa, quando un intervento di restauro ha ripulito gli affreschi parietali, attribuiti a Giacomo Farelli e Pier Dandini e realizzati nel 1693. I tre affreschi rappresentano altrettante vittorie della Repubblica di Pisa: la conquista di Gerusalemme durante la Prima Crociata, la conquista della Sardegna e la presa delle isole Baleari, liberate dai Saraceni nel 1115.
In dialogo con queste immagini storiche, e anche alla luce delle recenti polemiche seguite al voto contrario espresso dal Consiglio Comunale alla proposta di collocare un crocefisso nella sala delle Riunioni, Michelangelo Pistoletto presenta l’installazione Il Tempo del Giudizio (2009), che rappresenta idealmente un tempio in cui le quattro grandi religioni – Cristianesimo, Buddismo, Islamismo, Ebraismo – sono indotte a riflettere su se stesse. Quest'opera è costituita da una costruzione a pianta quadrata con gli angoli smussati, e su ognuna delle quattro pareti maggiori è esposto un grande specchio nel quale si riflette frontalmente un simbolo o uno strumento di culto.
“Il valore sociale e culturale della mostra di Pistoletto, uno dei massimi artisti italiani viventi, ha reso possibile l’apertura all’arte contemporanea della Sala delle Baleari, luogo simbolico e identitario della città di Pisa, dove l’artista ci consegna un profondo messaggio di speranza, che ci porta a riflettere sull’essenza stessa del monoteismo” spiega Ludovico Pratesi. “Messaggio che viene rafforzato dall’intervento alla Spina, che sottolinea il ruolo della chiesa come spazio comune e condiviso”.
In occasione dell’inaugurazione, Michelangelo Pistoletto ha incontrato il pubblico nella sala delle Baleari.
Informazioni: cultura@comune.pisa.it
Ufficio Stampa: Matilde Meucci + 39 329 6321362 matilde.meucci@spaini.it

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Andrea Santarlasci. Meno di un ricordo, prima di una visione. Pisa

Nuova istallazione temporanea presso la Chiesa di Santa Maria della Spina di Pisa.

Andrea Santarlasci. Meno di un ricordo, prima di una visione.

a cura di Ludovico Pratesi dal 24 marzo al 18 maggio 2018

Il 24 marzo la chiesa di Santa Maria della Spina ospita la mostra dell’artista Andrea Santarlasci, curata da Ludovico Pratesi. Santarlasci riflette sulla memoria e sul trascorrere del tempo, attraverso un’installazione che ci riporta ad un capitolo dimenticato della storia di Pisa. L’artista evoca l’ipotetica confluenza del fiume Auser nell’Arno, nei pressi  dell’attuale posizione della chiesa della Spina. All’epoca romana uno dei due rami del fiume bagnava Pisa , prima dell’intervento del vescovo di Lucca  San Frediano ,in carica dal 561 al 569, che attraverso interventi idraulici ne deviò il corso e cambiò il suo nome nell’attuale Serchio.

All’interno della chiesa  Santarlasci ha posizionato l’opera Senza titolo (DECLIVIO) (2018) :  un tronco lungo nove metri, recuperato sulle spiagge del Tirreno alla foce dell’Arno, è appoggiato su due scale, quasi a rievocare una caduta. La seconda opera Dove ciò che scompare si manifesta (2018) è una scritta al neon tratta dai Frammenti del filosofo greco Eraclito (535 a.c.- 475 a.c.)  dove alcune lettere depotenziate fanno comparire il nome Auser, a ricordo dell’antica confluenza tra l’Arno, la  Spina e l’antico fiume. “Un’oscillazione tra assenza e presenza, mancanza e persistenza, un cortocircuito tra ciò che è scomparso e ciò che incessantemente non smette di riaffiorare…” spiega l’artista. “L’intervento di Santarlasci rispetta la sua ricerca, densa di contenuti filosofici – scrive Ludovico Pratesi- che coniuga spesso elementi provenienti da arredi domestici con reperti naturali, per creare uno spiazzamento tra materiali diversi, in grado di produrre quel rinnovamento dello sguardo che rientra tra gli scopi principali dell’arte.”

ORARI:  lunedì 10-13 / martedì, mercoledì, giovedì 15-19 / Venerdì, sabato, domenica 10-13 e 15-19  – INGRESSO LIBERO –

Andrea Santarlasci è nato nel 1964 a Pisa, dove vive e lavora. Diplomato presso il Liceo Artistico Statale di Lucca, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Venezia e di Carrara. Tra le personali più recenti: Sul limite di un’altra soglia, a cura di Marco Senaldi, Sala ottagonale dell’Ex Convitto Vittorino da Feltre, nell’ambito della manifestazione Marble Weeks, Carrara, 2014; Atopie del luogo, a cura di Saretto Cincinelli e Ilaria Mariotti, Centro Espositivo SMS e La luce che resta, installazione nella Torre Campanaria del complesso architettonico  San Michele degli Scalzi, Pisa, 2013; Fughe senza centro, Fondazione Mudima di Milano, 2012; Nella visione probabilmente, Inner Room – BRICK – Centro per la ricerca e cultura contemporanea, Siena, 2011; Le direzioni inverse del tempo, Galleria Davide Di Maggio, Milano, 2010.

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Voyage inside a blind experience a Siena

Siena, Santa Maria della Scala

6 aprile – 4 luglio 2018

Il Santa Maria della Scala è lieto di ospitare, dal 6 aprile al 4 luglio, l’esposizione Josef and Anni Albers. Voyage inside a blind experience. Il progetto è nato grazie a una collaborazione internazionale tra il Santa Maria della Scala di Siena, il The Glucksman, University College  Cork, il Museo di arte contemporanea di Zagabria, l’Istituto dei Ciechi di Milano e Atlante Servizi Culturali, che ne ha curato la realizzazione, ed è cofinanziato dal programma Europa Creativa 2014-2020 dell’Unione Europea. La mostra, a cura di Gregorio Battistoni e Samuele Boncompagni, sarà ospitata, in seguito, in altre  due sedi museali europee, presso il The Glucksman, University College Cork in Irlanda e  al Muzej suvremene umjetnosti Zagreb, in Croazia.

L’obiettivo del progetto VIBE. Voyage Inside a Blind Experience è quello di creare una mostra d’arte temporanea  fruibile con pari interesse sia da soggetti normovedenti che da persone con disabilità visiva in cui  le opere sono accompagnate da speciali tecnologie in grado di offrire a tutti i tipi di pubblico suggestioni tattili e uditive.

Afferma Daniele Pitteri, direttore di Santa Maria della Scala “Un approccio innovativo, che si preoccupa di fondere in un unico esercizio conoscitivo sensoriale e partecipativo l’esperienza di visita di vedenti e non vedenti, inducendo i primi ad ampliare la propria capacità percettiva attraverso il tatto e i secondi di avvicinarsi alla complessità compositiva e stilistica delle opere.”

Il percorso artistico è stato strutturato dalla collaborazione fra Atlante Servizi Culturali e l’americana The Josef and Anni Albers Foundation, a cui si è aggiunto il supporto scientifico dell’Istituto dei Ciechi di Milano e ruota intorno alle opere di Josef e Anni Albers. L’avventura artistica di Josef Albers (Bottrop 1888 – New Haven 1976) e Anni Albers (Annelise Elsa Frieda Fleischmann, Berlino 1899 – New Haven 1994), iniziata alla Bauhaus e durata tutta una vita, fu fra le più pionieristiche del ventesimo secolo. Josef Albers, pittore, designer, insegnante e teorico del colore, si è sempre interessato alle potenzialità dei materiali, lavorati e gestiti secondo una sperimentazione incessante e rigorosa. Anni Albers, tessitrice, pittrice e insegnante, fin dai primi anni di sperimentazione condotta sulla tessitura a telaio, capì le potenzialità espressive offerte dai tessuti e le assunse come punto di partenza per trasformare le stoffe in opere d’arte astratta.  “Anni e Josef volevano che la loro arte portasse piacere e nuove esperienze nelle vite di più persone possibili. Percepivano un linguaggio universale e credevano in forme di piacere visivo che si estendono indietro e avanti nel tempo attraversando tutte le barriere” afferma Nicholas Fox Weber, direttore della The Josef and Anni Albers Foundation “ lavorando su questo progetto proviamo a entrare dentro ciò che alcuni non hanno, per scardinare i preconcetti di coloro che la vista la danno per scontata, per andare oltre e ripensare l’esperienza.”

Partendo dalle opere degli Albers il progetto, rivoluzionario e pionieristico, è stato creato per permettere una fruizione totalizzante e capace di coinvolgere il pubblico con disabilità visiva al pari dei normovedenti. Se infatti, ai visitatori ipovedenti e non vedenti, fino ad oggi, è stato riservato un approccio didascalico, finalizzato al riconoscere l’opera ripercorrendone con il tatto le linee compositive, con questa esposizione è possibile avvicinarsi a una esperienza che può dirsi estetica. Dichiara Franco Lisi, direttore dell’Istituto dei Ciechi. “I nostri sforzi – a prescindere dalle diverse realtà e peculiarità territoriali – saranno canalizzati a utilizzare tutte le forme di comunicazione per poter lanciare un messaggio che vada ad arricchire e a potenziare quanto facciamo per la cultura dell’integrazione e, in particolare, per le persone non vedenti.”

Possibilità di toccare le opere originali

Grazie alla generosità della Fondazione Albers sarà possibile toccare per la prima volta cinque opere originali di Josef e Anni Albers: Rail, un tessuto che Anni produsse ad uso commerciale negli anni ’50; Montanius III, una stampa a rilievo in cui Anni tenta di manipolare la forma; Intaglio DUO E, altra stampa effettuata senza inchiostro né colori ma solo esponendo le linee in rilievo; Homage to the Square e Color study per Homage to the Square, due opere non finite di Josef in cui si possono percepire i differenti spessori degli impasti, la stesura a spatola e le correzioni in gesso.

Il Corridoio sensoriale

La sezione, posizionata all’ingresso della mostra, prevede la creazione di un corridoio buio in cui sarà favorita l’esplorazione tattile dei materiali usati da Josef e Anni Albers, stimolando i visitatori a riconoscerne caratteristiche e peculiarità attraverso il tatto. Il pubblico si potrà avvalere di un’audioguida che si attiverà automaticamente quando i visitatori si avvicineranno ai punti di interesse.

Le audioguide

Per la visita sono state predisposte delle  audioguide, progettate insieme a Tooteko, uno spin-off dello IUAV di Venezia, che ha prodotto un dispositivo che consente di esplorare con il tatto superfici tridimensionali a rilievo e di ricevere informazioni audio pertinenti e localizzate. Il sistema consiste in tre elementi di base: un braccialetto hi-tech, un supporto tattile dotato di tag NFC e una applicazione per tablet o smartphone. Il braccialetto hi-tech legge i tag NFC e, grazie alla Tooteko App, comunica wireless con lo smartphone o tablet. Durante la navigazione tattile dei supporti, quando la mano raggiunge un hotspot riconoscibile grazie alla codifica Braille, il braccialetto identifica il tag NFC in esso contenuto e attiva la traccia audio relativa al punto toccato. In questo modo, ad ogni hotspot corrisponde una informazione audio pertinente al dettaglio toccato.

Sezione musicale

Un’intera sezione della mostra è dedicata all’ascolto e alla musica, che metterà in relazione le copertine da Josef Albers disegnate per la Command Records con le musiche contenute nei relativi vinili. Un’altra suggestione sarà data dall’associazione fra la figura musicale del basso ostinato e la modularità scelta da Josef Albers, anche in relazione al basso ostinato, per la realizzazione di alcune opere ispirate a architetture messicane.

I modelli tattili

Nel percorso espositivo sarà possibile toccare dodici riproduzioni in resina delle opere in mostra,  realizzate dall’Istituto dei ciechi di Milano alle quali si aggiungono le riproduzioni dei Matières e dei Paper folding, esercitazioni che Albers faceva fare agli allievi per stimolare la tecnica manuale e la creatività, riprodotte da Fritz Horstman.

Il tavolo di Josef Albers

Sarà ricreata  una sperimentazione che Josef Albers descrisse nel suo testo Interazione del colore.  Per metterlo in pratica in mostra saranno accostate, su un piano, tre vasche d’acqua a temperature diverse che permetteranno di sperimentare che la percezione tattile della temperatura può essere relativa così come la percezione visiva dei colori.

Infine il catalogo e il sito web saranno realizzati in funzione del progetto:  il catalogo della mostra sarà completamente in braille con all’interno riproduzioni tattili in termorilievo, mentre il sito web realizzato e certificato dall’Istituto dei Ciechi di Milano, può essere accessibile anche ai non vedenti. Tutte le didascalie in mostra, inoltre, saranno in braille.

Orario mostra

da lunedì a domenica: ore 10.00 – 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30)

giovedì: ore 10.00 – 22.00 (ultimo ingresso ore 21.30)

Martedì giorno di chiusura del museo e della mostra

Info e prenotazioni

Complesso Museale Santa Maria della Scala piazza del Duomo, 1 – 53100 Siena

CALL CENTER 0577 286300 (dal lunedì al venerdì ore 8.30 -17.00) infoscala@comune.siena.it     sienasms@operalaboratori.com

 

Website VIBE: www.vibe-euproject.com

https://www.facebook.com/VIBE.VoyageInsideaBlindExperiencehttps://

www.instagram.com/voyageinsideablindexperience

 

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La Didattica del Contemporaneo III Giornata di studi sul fare didattica con l’arte contemporanea

Sabato 21 aprile – Domenica 22 aprile 2018 Città di Castello
Per la III Giornata di studi sul fare didattica con l’arte contemporanea, che quest’anno prevede di affrontare il tema dell’ Arte Inclusiva, Giulia Grassini presenterà per Atlante il progetto VIBE. Voyage Inside a Blind Experience cofinanziato dal programma Europa creativa dell’Unione europea e rivolto alla realizzazione di una mostra parimenti fruibile sia da un pubblico vedente che da un pubblico con disabilità visiva.

La giornata di studi vedrà alternarsi relatori provenienti da importanti realtà museali internazionali che si confronteranno sulle esperienze che li vedono coinvolti in una ricerca attiva e dinamica sulla didattica inclusiva legata all’arte contemporanea. Ancora una volta la Giornata di Studi del 22 aprile sarà anticipata, nel pomeriggio del 21 aprile, da Atelier Creativi, la cui partecipazione è a numero chiuso, e che quest’anno riguarderanno il tema della Giornata di Studi, l’Arte inclusiva.

Programma

Sabato 21 aprile 2018 – Atelier creativi – Laboratori ed esperienze attive

Ore 15,00 Presentazione e saluti

Introducono: Fabiana Giulietti ed Emanuela Pantalla/Associazione Artea

Ore 15,30 Touching vision –     Giulia Grassini/Atlante Servizi Culturali – Città di Castello (Pg)

Durante l’Atelier verranno presentate le tecnologie utilizzate nel progetto VIBE finalizzate a rendere l’arte astratta fruibile a tutti, con particolare attenzione allo stimolo della percezione sensoriale attraverso l’uso del tatto e dell’udito. I partecipanti avranno modo di sperimentare in prima persona l’utilizzo degli strumenti.

Caterina, un’esperienza per chi vive con L’Alzheimer. Il racconto come immedesimazione. – Irene Balzani e Cristina Pancini/ Dipartimento Educazione Fondazione Palazzo Strozzi – Firenze

Caterina è il progetto che l’artista Cristina Pancini ha sviluppato nel 2017 per A più voci, il programma che Palazzo Strozzi, dal 2011, dedica alle persone con Alzheimer e chi se ne prende cura. Caterina è nata dalla riflessione sulle possibilità che le persone con demenza hanno di vivere la propria relazione con il mondo. Per la III Giornata sulla didattica del contemporaneo si è scelto di raccontare l’esperienza di Caterina interrogandoci sulle modalità stesse del narrare. Trasformeremo il racconto in un’esperienza che, a sua volta, tenda a rendere attivi e responsabili i propri ascoltatori. I partecipanti verranno guidati in un nuovo viaggio a tappe e, attraverso gli spazi del Palazzo, ripercorreranno le preziose tracce che gli anziani, i loro accompagnatori e Caterina hanno lasciato intorno a sé.

Domenica 22 aprile 2018 – Città di Castello (Pg) – Sala degli Specchi – Circolo degli Illuminati

Terza Giornata di Studi sulla Didattica dell’arte contemporanea

Programma Ore 9,30 Apertura della giornata / Introducono e presiedono Fabiana Giulietti ed Emanuela Pantalla, Associazione Artea

Saluti delle autorità Luciano Bacchetta, Sindaco del Comune di Città di Castello / Michele Bettarelli, Assessore alle Politiche culturali di Città di Castello

Ore 10,00 GAMeC, alterità e resilienza: la centralità dell’individuo come risorsa per il museo e l’arte.

Giovanna Brambilla – Responsabile Servizi Educativi/Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

Ore 11,00 Revealing the Painted Hall: lavorare con un Access Advisory Panel

Matilde Martinetti – Interpretation Assistant / Old Royal Naval College, Londra

Ore 12,00 Musei, arte contemporanea e confini. Un case study del MAXXI Educazione

Marta Morelli  – Senior Heritage Educator / Fondazione MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma

Ore 15,00  Collaborare con gli artisti nei progetti di accessibilità di Palazzo Strozzi

Irene Balzani – Referente progetti di accessibilità e famiglie – Dipartimento Educazione /Fondazione Palazzo Strozzi – Firenze

Ore 16,00 Touching vision. Arte contemporanea e disabilità visiva.

Giulia Grassini – Responsabile Progettazione comunicazione  /Atlante Servizi Culturali – Città di Castello (Pg)

 

 

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Tutta l’Umbria una mostra. Visite guidate e attività didattiche

Tutta l’Umbria una mostra / La mostra del 1907 e l’arte umbra tra Medioevo e Rinascimento

Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia

11.03—10.06.2018

Lo scopo di questo progetto è quello di produrre, a non troppa distanza dal centenario della Mostra d’antica arte umbra, organizzata nel 1907, un evento espositivo che chiarisca motivazioni, finalità, obiettivi di quella che può essere considerata la più importante esposizione mai organizzata in Umbria e che, allo stesso tempo, costituisca un’occasione di studio sull’evoluzione che la storiografia artistica sull’arte umbra ha registrato nei cento anni trascorsi. Si consideri, a tale riguardo, che nel Palazzo dei Priori di Perugia, già divenuto sede della Pinacoteca civica debitamente adattata ad ospitare l’evento, secondo un coerente e moderno allestimento museografico, vennero esposte poco meno di mille opere, tra cui centosettanta dipinti (escluse le opere della Pinacoteca), più di trenta sculture e arredi lignei e in pietra, un centinaio di manufatti di oreficeria, trecento oggetti tra paramenti sacri, tessuti e merletti antichi, centosessanta codici miniati e circa cinquecento ceramiche.

La mostra del 1907 non aprì soltanto interessanti prospettive di ricerca e di studio sull’arte umbra, ma si qualificò anche come una pietra miliare nel settore della museografia e della museologia di inizio secolo. L’iniziativa coinvolge l’intera regione, che si vede chiamata in causa per il patrimonio artistico dei musei comunali, per quello delle istituzioni ecclesiastiche e per quello di proprietà privata. Ed è perciò che si è pensato di riproporre lo slogan che fu allora efficacemente coniato: “Tutta l’Umbria una Mostra”. La mostra si configura come pretesto per riproporre, con grande impatto visivo, la sorprendente ricchezza di forme d’arte che fiorirono in Umbria tra Medioevo e Rinascimento, ma è anche l’occasione per mettere in evidenza il grande percorso che, a livello di conoscenza storico-critica, è stato fatto, nell’arco di un secolo, sul versante dell’ ‘antica’ arte umbra.

Atlante per l’occasione ha creato percorsi didattici per bambini e visite guidate per gruppi di adulti con l’obiettivo di  avvicinare i partecipanti all’esperienza espositiva al fine di trarne una maggiore conoscenza di sé e della storia dell’arte medievale e rinascimentale, per coltivare un atteggiamento di confronto e dialogo con la storia tutta. Favorire una visione del museo, inteso come piattaforma di incontro e scambio. Accompagnare i partecipanti nella conoscenza della ricchezza di forme d’arte che fiorirono in Umbria tra Medioevo e Rinascimento e non ultimo alla scoperta di una tipologia di mostra d’avanguardia che riprendendo le fila della mostra del 1907, definisce ancora una volta i caratteri generali dell’arte umbra e gli studi portati avanti dagli storici fino ad ora. 

Tutte le visite guidate e i laboratori sono gratuite e riservate ad un pubblico di max 30 persone, per cui è necessaria la prenotazione scrivendo a:
gan-umb.servizieducativi@beniculturali.it, oppure telefonando al 07558668411 (lun./ven. 9.30 – 14.30) – 0755721009 (sabato e domenica 8.30-19.30).

Le prenotazioni dovranno pervenire entro il venerdì precedente la visita a cui si vuole partecipare.

Ingresso: (mostra + museo) intero € 8,00, ridotto € 4,00

https://gallerianazionaledellumbria.it/event/scoprendo-tutta-lumbria-una-mostra-la-mostra-del-1907-e-larte-umbra-tra-medioevo-e-rinascimento-visite-guidate-gratuite-alla-mostra/